Esistono dei sorprendenti paralleli tra l’operato dell’ANVUR e le opere di Jorge Luis Borges, forse sfruttando questo parallelismo è possibile capire meglio la valutazione della ricerca nell’università italiana.
In una nota l’ANVUR ci ricorda che la produzione scientifica si suddivide in 1.1) Articolo in rivista, 1.2) Recensione in rivista, 1.3) Scheda bibliografica, 1.4) Nota a sentenza, 1.5) Abstract in rivista, 1.6) Traduzione in rivista, 2.1) Contributo in volume (Capitolo o Saggio) , 2.2) Prefazione/Postfazione, 2.3) Breve introduzione, 2.4) Voce (in dizionario o enciclopedia) , 2.5) Traduzione in volume, 2.6) Recensione in volume, 2.7) Schede di catalogo, 3.1) Monografia o trattato scientifico, 3.2) Concordanza, 3.3) Indice, 3.) Bibliografia, 3.5) Edizione critica, 3.6) Pubblicazione di fonti inedite, 3.7) Commento scientifico, 3.8) Traduzione di libro, 4.1) Contributo in Atti di convegno, 4.2) Abstract in Atti di convegno, 4.3) Poster, 5.01) Composizione, 5.02) Disegno, 5.03) Design, 5.04) Performance, 5.05) Esposizione, 5.06) Mostra, 5.07) Manufatto, 5.08) Prototipo d’arte e relativi progetti, 5.09) Cartografia, 5.10) Banca dati, 5.11) Software, 5.12) Altro, 6.1) Brevetto.
A parte la forma, questo elenco dettagliato richiama, temo, anche nella sua logica un altro elenco, di animali:
Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all’Imperatore, (b) imbalsamati, (c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s’agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
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Questo è soltanto uno degli aspetti ( forse anche uno dei più ragionevoli ) di precisione così esaustiva propinata in pillole così frequenti e così dirompenti del quotidiano lavoro da risultare estenuante. Sembra quasi che l’obiettivo ultimo dell’ANVUR sia quello di costruire una mappa della ricerca con un livello di dettaglio pari alla ricerca stessa:
In quell’impero, l’arte della cartografia giunse ad una tal perfezione che la mappa di una sola provincia occupava tutta una città, e la mappa dell’impero tutta una provincia. Col tempo, queste mappe smisurate non bastarono più. I collegi dei cartografi fecero una mappa dell’impero che aveva l’immensità dell’impero e coincideva perfettamente con esso. Ma le generazioni seguenti, meno portate allo studio della cartografia, pensarono che questa mappa enorme era inutile e non senza empietà la abbandonarono alle inclemenze del Sole e degli inverni. Nei deserti dell’ovest sopravvivono lacerate rovine della mappa, abitate da animali e mendichi; in tutto il paese non c’è altra reliquia delle discipline geografiche.
Dell’esattezza della scienza in Storia Universale dell’Infamia
Spero vivamente che di questa operazione non restino solo rovine lacerate.
Nella mia visione, la valutazione (della ricerca ma non solo) è lo strumento principale ed unico che permette di incentivare comportamenti virtuosi (quello che alcuni chiamano con la ritrita parola “merito”) senza dover passare da una legislazione piena di obblighi e divieti incrociati di cui la Legge 240/2010 è un esempio lampante.
Se il tentativo di mettere in piedi un sistema di valutazione si arrotola su se stesso andando ad occuparsi anche dei prodotti disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello il risultato è di avvolgere l’obiettivo in un fitto labirinto di regole, rendendolo irraggiungibile.
Ossessivamente sogno di un labirinto piccolo, pulito, al cui centro c’è un’anfora che ho quasi toccato con le mani, che ho visto con i miei occhi, ma le strade erano così contorte, così confuse, che una cosa mi apparve chiara: sarei morto prima di arrivarci
Labyrinthes